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sabato 15 dicembre 2012

Gli zoccoli chiodati e a letto con il prete

Stamani incontro la signora Dina al bar. Fa freddo e piove e le chiedo come faceva ad andare a scuola della Torre da bambina. Lei mi racconta di quando andava a scuola a piedi, con gli zoccoli con i chiodi sotto "sennò si consumavano", di come fosse difficile attraversare le pozzanghere ghiacciate senza scivolare e cadere e di quando staccava pezzi di ghiaccio "per ciucciarli", scuotendo la testa con gli occhi vivissimi al ricordo.



Bosco d'inverno (da wallpaperscraft.com)
Ma come ci si difendeva dal freddo prima delle comodità moderne? Un metodo molto usato era quello di andare a letto con il prete!



Così si chiama questo strumento. 

Il "prete" del signor Carlo alla "Festa dì Contadino" a Torre
Le case non avevano il riscaldamento, c'erano solo caminetti e stufe. L'aria era gelida anche dentro casa e i geloni, alle mani, ai piedi, alle ginocchia erano all'ordine del giorno. Uno dei metodi più usati era portarsi dietro uno scaldino di terracotta, come quello che si vede al centro della foto. La signora Dina infatti mi racconta che la meastra in classe ne teneva sulla scrivania uno con dei piedini "più signorile" e ci si avvolgeva con lo scialle. Per scaldare il letto, si metteva lo scaldino dentro al prete, per evitare che le lenzuola toccassero le braci. Oggi sappiano dei pericoli del monossido di carbonio. Chiedo al mio babbo se sapessero del pericolo mortale che correvano. "Era impossibile che l'aria di saturasse di gas" mi risponde sorridendo! "La casa era piena di spifferi!"

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